mercoledì 6 febbraio 2013

Scuola giapponese





                                                           SCUOLA IN GIAPPONE

Il Giappone dispone di un sistema di istruzione moderno. L'anno scolastico inizia ad aprile e finisce a marzo.

Le scuole non obbligatorie comprendono l’asilo nido (per i bambini che hanno entrambi i genitori lavoratori o un solo genitore) e la scuola materna, la cui durata dipende dalle singole scuole, ma generalmente dura due anni, e la frequentano i bambini dell’età di 5-6 anni.

A 6 o 7 anni di età le bambine ed i bambini giapponesi entrano nella prima classe della scuola elementare, che prevede sei anni di studio: l'istruzione obbligatoria comprende elementari e medie inferiori (3 anni di studio) cui si aggiungono altri 3 anni non obbligatori di scuola media superiore, formando un sistema di istruzione scolastica del tipo "6-3-3", anche se dal 1999 alcune scuole hanno unito medie inferiori e superiori costituendo sei anni ininterrotti di scuola secondaria.

Un percorso parallelo è predisposto per gli studenti con disabilità fisiche o psichiche tramite le cosiddette scuole speciali (Special Education Schools), separate da quelle comuni.



Elementari

La scuola elementare, o primaria, dura sei anni e prevede l'insegnamento di:

lingua giapponese
matematica
musica
arte
educazione fisica
educazione civica
attività sul territorio (primo biennio)
economia domestica (dal 5º anno)
scienze sociali e scienze naturali (3º anno)





Medie inferiori

La scuola media dura tre anni e prevede l'insegnamento di:

lingua giapponese
matematica
musica
arte
educazione fisica e igiene
educazione civica
economia domestica
educazione tecnica
scienze sociali
scienze naturali
lingua straniera (normalmente inglese)




Medie superiori

Le scuole medie superiori durano tre anni. Per l'indirizzo generico, scelto dalla maggior parte degli studenti, prevede:

lingua giapponese e giapponese antico
matematica
musica
arte
educazione fisica e igiene
economia domestica
educazione tecnica
lingua inglese
informatica (introdotta solo recentemente)

Una minoranza di studenti sceglie indirizzi specifici alle superiori, tra i quali:

agricoltura
industria
commercio
marina-pesca
attività domestica
assistenza infermieristica
informatica
assistenza sociale
scienze naturali e matematiche
ginnastica
musica
arte
inglese



                                                                         Storia

Dopo la proibizione imposta dal regime Tokugawa alla lettura di testi stranieri, nel 1720 i manuali tecnici occidentali furono nuovamente permessi con l'intento di colmare il divario tecnologico che separava il Giappone dalle avanzate ed aggressive potenze europee. Di pari passo si diffuse lo studio delle lingue.

Mentre le scuole feudali formavano tramite un rigoroso confucianesimo le nutrite fila dei samurai, Ishida Baigan elaborava lo shingaku (scienza del cuore), molto simile all'etica protestante cui Max Weber ricondusse lo sviluppo del capitalismo in Europa, che avrebbe contribuito alla modernizzazione del paese.

Nella metà del XIX secolo in Giappone, prima dell'era Meiji, era alfabetizzata quasi la metà della popolazione maschile ed un decimo di quella femminile, mentre l'istruzione elementare si era diffusa nelle campagne grazie ai templi.[4] A fine secolo il Giappone investiva circa un terzo delle sue uscite in un sistema scolastico ben organizzato che annoverava anche scuole tecniche e professionali.

Nel 1937 il governo Konoe pubblica il libro di testo Principi fondamentali del sistema nazionale (國體の本義 Kokutai no hongi). L'affermazione della natura divina dell'imperatore ripresa dalla mitologia del Kojiki si accompagna ad un rigido confucianesimo tradizionale frammisto ad un'ideologia xenofoba di superiorità razziale (tan’itsu minzoku, razza pura e incontaminata) ed anticapitalista (esaltazione delle virtù contadine) cara al regime militare populista al potere.

Dopo la capitolazione, funzionari della polizia del pensiero si riciclano nel Ministero dell'Educazione mantenendo intatto il proprio ultraconservatorismo. Il Supremo Comando delle Potenze Alleate (SCAP) in Giappone porta da cinque a nove anni gli anni di istruzione obbligatoria, censura i libri di testo e riforma i corsi in modo da estirpare le basi dell'indottrinamento del regime deposto.

Lo SCAP democratizza e decentra il sistema scolastico: ai sei anni di elementari si affianca la scuola media mista (maschi e femmine) e, dopo l'obbligo, un triennio di scuole superiori. Ogni prefettura dovrà avere un'università pubblica e sono permesse (1948) scuole biennali di specializzazione. Per svuotare il ministero dei propri poteri si istituiscono su base provinciale e comunale consigli elettivi con potere decisionale su libri di testo, assunzioni e cariche nelle scuole. Esplode il numero di università pubbliche e private: dalle 70 del periodo prebellico si passa a più di 200 istituti di qualità assai diversificata. Si parte dai prestigiosi atenei di Tokyo (Tōdai) e Kyoto, fucine della classe dirigente, fino ad arrivare a istituti scadenti, spesso licei privati trasformati frettolosamente in università dopo la riforma.

Se i professori accolgono come cambiamento liberatorio le riforme, il Ministero dell'Educazione costituisce il polo conservatore del sistema di insegnamento, volto al ritorno dei valori tradizionali. Il conservatorismo del ministero è bilanciato dal Sindacato dei Professori Giapponesi (日本教職員組合 Nihon Kyōshokuin Kumiai, Nikkyōso) (1947) di area socialista. Dopo anni di repressione, l'ideologia marxista si diffonde nelle università, tanto che quando nel 1948 lo SCAP consiglierà la rimozione dei professori non graditi gli studenti risponderanno costituendo la Federazione delle associazioni autogestite degli studenti del Giappone (全日本学生自治会総連合 Zen-nihon gakusei jichikai sō rengō) o Zengakuren (全学連) che guiderà la contestazione studentesca nel paese.

Il conservatorismo intriso di nazionalismo del Ministero dell'Educazione si ripercosse sulle relazioni con la Corea del Sud quando alla fine degli anni novanta questi approvò un libro di testo revisionista in cui gli atti di aggressione del Giappone nel paese durante la Seconda Guerra mondiale venivano ridimensionati, minando il processo di riavvicinamento intrapreso nel novembre 1998 dal governo Obuchi che si era ufficialmente scusato per i medesimi fatti in occasione della visita dell'allora presidente sudcoreano Kim Dae Jung.



                                                                    Peculiarità

Una caratteristica importante del sistema scolastico giapponese sono gli esami di ammissione, obbligatori ad ogni grado per entrare negli istituti privati (l’accesso alle scuole pubbliche è aperto, ma il loro livello qualitativo è estremamente basso e i diplomi che vi si conseguono non sono spendibili sul mercato del lavoro, per cui la quasi totalità delle famiglie giapponesi cerca di mandare i propri figli alle scuole private). Anche l'accesso alle università è regolato da esami di ammissione. Le due università più prestigiose sono L'Università di Tokyo e l'Università di Kyoto e sono pubbliche. Tali esami, soprattutto quello per l’ammissione all’università, sono estremamente difficili e non possono essere affrontati con una preparazione generica, e per questo la maggior parte degli studenti giapponesi, al termine della giornata scolastica (che inizia alle 08.50 e si prolunga sino alle 16.00), si recano ai corsi di ripetizioni integrative (a pagamento), che solitamente iniziano alle 17.00 e possono durare sino alle 23.30 di sera. Questa mole di studio è giustificata dalla circostanza che ancora oggi il sistema lavorativo giapponese offre posti quasi sicuri ai laureati, e garantisce l’occupazione a vita. Per questo ottenere un diploma o una laurea con ottimi voti costituisce un obiettivo fondamentale che giustifica le ingenti spese e i sacrifici delle famiglie giapponesi per l’educazione dei figli.



Le scuole giapponesi sono note per il loro rigore, in quanto la severità dell’istituto è considerata come nota di merito e aggiunge valore al diploma conseguito. L’osservanza dei regolamenti scolastici (che cambiano da istituto a istituto) è d’obbligo e le pene sono molto severe. I regolamenti sono puntigliosi, arrivano a precisare anche i dettagli più insignificanti delle uniformi scolastiche. Nel caso si venisse bocciati o sospesi per gravi episodi si è costretti a cambiare scuola e trovarne un'altra, e ciò può influire negativamente sul proprio curriculum; infatti anche nei colloqui di lavoro viene data molta importanza alla scuola frequentata e al rendimento avuto, perché un buon studente viene considerato un buon lavoratore. Il rigore con cui gli studenti giapponesi sono allevati inizia sin dall’asilo prosegue per tutta la durata della scuola dell’obbligo, e all’università.

Un'altra peculiarità del sistema scolastico giapponese è la forte competitività tra gli studenti. In Giappone infatti le graduatorie con i voti degli esami periodici o semplicemente le medie scolastiche di fine periodo vengono pubblicamente rese note dando a chiunque la possibilità di sapere i voti degli altri, e consentendo di stilare classifiche a livello locale o anche nazionale con i migliori studenti. Inoltre gli alunni con i voti più alti godono di particolari agevolazioni e hanno il privilegio di partecipare attivamente ad alcune cerimonie. Questo sistema è criticato da alcuni in quanto potrebbe creare dei problemi di relazione tra i vari elementi a causa dell'eccessivo spirito di competizione che la scuola cerca di creare, al contrario è apprezzato da altri poiché stimola i giovani a cercare di dare sempre il massimo.
 Gli studenti, dopo la pausa pranzo, partecipano alle attività ricreative dei club, che possono essere, ad esempio, fotografia, teatro o altre di tipo sportivo, anche a seconda delle attrezzature scolastiche. I risultati sportivi dei club sono molto importanti perché consentono la partecipazione agli Inter-hi (i campionati studenteschi) che sono molto seguiti e sono da sempre un validissimo trampolino di lancio per gli atleti di talento che mirano a diventare professionisti.

                               I voti sono espressi in centesimi e 100/100 è il voto massimo.
                                        ps: ecco un modo semplice per copiare :) :) :) ahahaha :)

                              <3 la vostra Kotoko <3

1 commento:

LunaShinigami ha detto...

adoro le uniformi scolastiche giapponesi *o* sono davvero troppo carine! Comunque, il loro sistema scolastico è veramente ben organizzato.. >_< certo suona strano avere le vacanze invernali piuttosto che quelle estive...